Oristano – Non si tratta solo di migranti. Il racconto della mobilità umana tra realtà e percezione

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“Non si tratta solo di migranti. Il racconto della mobilità umana tra realtà e percezione”, è il titolo del Corso di aggiornamento per gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, che si è tenuto ad Oristano il 3 febbraio scorso nei saloni dell’Istituto di Scienze Religiose in via Cagliari.

Un argomento attualissimo, che interessa anche lo stato dell’emigrazione isolana, sopratutto per i nostri giovani laureati, costretti a trovare lavoro lontano da casa.

I drammi più toccanti, che riguarda questo problema, interessa soprattutto l’area del Mediterraneo, con la diaspora delle popolazioni africane verso i vari paesi europei, con l’Italia a fare da base di approdo per queste genti. Nel corso di aggiornamento dell’ODG della Sardegna, si sono affrontati i temi correlati allo spostamento dei migranti nel Mediterraneo con i loro carichi di problemi e tensioni, che necessitano di diverse letture di carattere politico e sociale.

Spesso si è sottratto spazio, nelle pagine dei giornali, all’approfondimento sul tema delle migrazioni, che invece necessitano di maggiori analisi per provare a disegnare un quadro di riferimento dell’immigrazione, che oggigiorno si verifica nei vari continenti e che si ripropone in questi anni con dimensioni inaspettate.

Assente il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Francesco Birocchi, trattenuto a Cagliari per i funerali di un ex presidente dell’Ordine e figura di spicco del giornalismo regionale, come Mauro Manunza, a fare da moderatore e a condurre i lavori, è spettato a Raffaele Callia, delegato regionale Caritas Sardegna, che dopo i saluti  di monsignor Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e Vescovo delegato per Migrantes nella Conferenza Episcopale Sarda, a cui ha fatto seguito l’intervento di monsignor Giovanni Paolo Zedda, Vescovo delegato per il servizio della carità, sempre nella Conferenza Episcopale Sarda e quella di Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna, è stata la volta di Padre Stefano Messina, incaricato regionale di Migrantes, che ha sottolineato come l’iniziativa dell’evento sia stata presa per far “riflettere su come raccontare l’aspetto della ricchezza umana e culturale di cui i migranti sono portatori, promuovendo una buona comunicazione capace di favorire la piena integrazione. Un percorso di reale integrazione, con cui costruire progettualità concrete a lungo termine, che non può prescindere da un pieno riconoscimento dei diritti di ognuno, in una società basata sulla convivenza civile, culturale e religiosa”.   Anche Raffaele Callia, ha richiamato l’attenzione sul fatto che “il seminario nasce dalla necessità di riflettere sul fenomeno della mobilità umana, tema spesso fonte di paure rispetto alla diversità e al diverso, che rischia di essere strumentalizzato e non conosciuto per l’effettivo dato di realtà. Spesso si tratta di individui che vengono nel nostro Paese per ragioni diverse, come migrazioni forzate, fuga dalla miseria, ricerca di libertà. Si tratta anche di persone che continuano ad andar via dalle nostre comunità, fra cui gli stessi sardi, soprattutto per mancanza di alternative. Oggi più che mai occorre un’informazione obiettiva, che presenti il tema nella sua complessità, rigorosa dal punto di vista scientifico e rispettosa della dignità di ogni persona».

Quindi ha preso la parola Simone Varisco, curatore del “Rapporto immigrazione” della Fondazione Migrantes, che ha sviluppato il tema riguardante “Un quadro di riferimento dell’immigrazione oggi”, sottolineando che i giornalisti possono fare tanto con una corretta informazione, per dare a chi legge, una percezione reale dell’immigrazione di oggi.

Doveva essere presente anche Nello Scavo, inviato di Avvenire, che avrebbe dovuto parlare di “Comunicare la mobilità umana, oltre le percezioni”, ma è stato solo letto un suo breve messaggio di saluto, congiuntamente a una sua breve riflessione sull’argomento. Quindi, è stata la volta di Delfina Licata, curatrice del “Rapporto Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes che come argomento ha scelto “L’attualità dell’emigrazione italiana nel mondo”, sottolineando che “sempre più giovani emigrano e chi va all’estero, vuole , vuole essere visto e rispettato nell’interezza umana e quindi, non è corretto parlare di “cervelli in fuga”, perchè in questo caso, si crea confusione sul vero ruolo dei giovani che vanno all’estero e di quelli che invece restano in patria”.

Gian Piero Pinna

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