Per favorire i malati cronici, medici lavoreranno nel territorio in rete

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Il sistema regionale delle cure territoriali, è stato approvato in questi giorni dalla Giunta regionale in via preliminare con un documento aperto alla discussione e al confronto per venti giorni dalla pubblicazione. Si tratta del sistema regionale delle cure territoriale che i prefigge di attuare un modello multidisciplinare e interprofessionale dell’assistenza, complementare al sistema ospedaliero e basato sul coinvolgimento delle comunità.
Partendo dalla riforma della rete ospedaliera, la rete territoriale vuole dare risposta ai pazienti cronici, quelli che ora, troppo spesso, vengono inappropriatamente ricoverati. Il principale obiettivo è mantenere le persone in condizione di benessere quanto più possibile, senza sprechi, con efficienza e con percorsi di cura e assistenza il più vicino possibile a dove le persone vivono e in maniera coordinata, non frammentaria. Con questo modello, l’assistenza territoriale viene garantita per tutto l’arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, con percorsi assistenziali condivisi, il dialogo e la collaborazione tra gli operatori della medicina convenzionata e i colleghi dei servizi distrettuali e ospedalieri. In Sardegna attualmente si registrano oltre 14 mia ricoveri definiti sbagliati e controproducenti, a volte per il malato stesso, che vanno a gravare sul bilancio sanitario e potrebbero essere quindi evitati seguendo i pazienti cronici nel territorio appunto con aggregazioni di professionisti di medicina generale, pediatri e infermieri, ma anche tramite le case della salute che costituirebbero un punto di riferimento per chi soffre . Si vuole mettere insime i medici e gli specialisti affinchè lavorino nel territorio in rete, oppure in gruppo, dando consulenza immediata ai pazienti che avranno un punto di riferimento professionale di primo livello in grado di dare quotidianamente l’assistenza di consulenza medica ma anche sociale ai pazienti considerati cronici. Il lavoro sarà organizzato in team e ognuno di questi potrà gestire i propri pazienti in maniera integrata. Sarà possibile prevedere un budget sanitario e uno sociale, garantendo la concreta integrazione sociosanitaria in riferimento a progetti personalizzati di cura.

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