Visita Gabrielli: Donna Ceteris ribadisce: “Ancora una volta i Centri Antiviolenza esclusi e relegati nel silenzio”

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Il quotidiano online Cagliaripad.it, ha dato spazio all’opinione di Silvana Maniscalco del Centro Donna Ceteris, una riflessione  scritta dopo la visita del Capo della Polizia Franco Gabrielli  a Cagliari, che ha partecipato in Consiglio Regionale  alla seduta durante la quale è stato approvata all’unanimità la mozione n.348 (prime fimatarie Busia, Pinna Rosella, Forma, Zedda Alessandra) sullo stato di attuazione del Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Riportiamo  anche noi l’interessante  l’opinione della Maniscalco:

La visita a Cagliari del capo della Polizia Franco Gabrielli ha rappresentato una necessaria opportunità di riflessione su un tema, purtroppo, ancora troppo trascurato dalle più alte istituzioni, e sul quale, va detto, persistono forti ritardi di conoscenza.

Spiace constatare, tuttavia, che, momenti come questi, rinnovino nuovamente la marginalità che le istituzioni regionali riservano a chi, come i Centri Antiviolenza, vive la piaga della violenza sulle donne ogni giorno in prima linea. Potremmo parlare di forma e contenuti mal gestiti: da una parte, numeri, casistiche, dinamiche territoriali, trascurati, perché affidati a chi resta lontano dal problema; dall’altra parte, invece, visibilità e spazio a chi si avvicina alla cultura di genere solo in via teorica e con un implicito approccio propagandistico.

I Centri Antiviolenza, che sono la manovalanza della battaglia contro la violenza sulle donne – potremmo dire le antenne più ricettive di questo fenomeno – oggi sono stati relegati in piccionaia, ad ascoltare senza alcuna possibilità di parola. La stessa parola che altri, in prima fila, totalmente scollegati dal tema violenza, hanno avuto. Ebbene, se questi sono i presupposti per la costruzione di una rete a livello locale credo che la strada non sarà molto lunga. La violenza contro le donne non è una battaglia di visibilità per alcune donne impegnate, né l’occasione di legittimazioni politiche, è piuttosto, la vita ferita delle nostre donne, di chi ha perso la libertà di scegliere e la dignità di vivere”.

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