Rai Sardegna, il comunicato Fistel Cisl di Giovanni Maria Solinas: ” Servizio pubblico non rispetta lo status di insularità”

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“Nei corridoi dei piani alti della RAI non è ancora giunto l’eco della rivendicazione mossa dai sardi per il riconoscimento dello status di insularità nella nostra Costituzione. Se cosi non fosse, tanto il nuovo Amministratore Delegato quanto i responsabili del settore Sedi Regionali, avrebbero già garantito l’effettivo rispetto della Convenzione sulla specificità regionale e dello stesso Contratto di Servizio della Rai.

Mentre l’articolo 25 del contratto di servizio 2018-2022 cita , fra gli obblighi specifici, la tutela delle minoranze linguistiche, ivi compresa (finalmente !) quella sarda e, per queste si impegna a “garantire la produzione e distribuzione di trasmissioni radiofoniche e televisive, nonché di contenuti audiovisivi”, nella Convenzione troviamo il modo attraverso questa tutela e valorizzazione dovrebbe esplicarsi con la trasmissione di oltre 100 ore di programmazione radiofonica e più di 20 ore di programmazione televisiva dedicata e in lingua sarda.

Ore di programmazione che significano risorse economiche e occupazione, ma soprattutto attenzione verso un territorio e la sua sede regionale e verso i i lavoratori che, in tutto il periodo dell’emergenza pandemica, hanno risposto con la loro professionalità facendo la propria parte nella garanzia del servizio pubblico.

Dovremmo parlare di sviluppo e prospettive future per un’azienda cardine del Paese, di investimenti e piani industriale e invece siamo costretti a denunciare il totale di staro di abbandono del Centro di Produzione Regionale Rai Sardegna, della carenza di organico, l’assenza di turn over sul personale in quiescenza, l’impiego delle risorse in produzioni esterne, l’assenza di un Direttore della sede fino ad arrivare alla rigidità e poca saggezza che caratterizzano i primi approcci dell’Azienda di Stato alla trattativa sul rinnovo del CCNL.

Lultimo capitolo di quella che, se non toccasse la vita delle lavoratrici e dei lavoratori e gli interessi di tutto un popolo, sembrerebbe una farsa, è stato l’annuncio di parte del nuovo vertice RAI del taglio delle edizioni notturne dei TG regionali.

La Sardegna ha il diritto di fare sentire la propria voce e di farla sentire esprimendosi anche nella propria lingua. I lavoratori sardi della RAI hanno il diritto di vedere tutelato il proprio lavoro e il proprio futuro. Le Istituzioni e la Politica hanno il dovere di stare al fianco di questi lavoratori e delle organizzazioni sindacali nel rivendicare il rilancio della RAI in Sardegna.

La RAI ha il dovere di continuare ad essere servizio pubblico, rispettando e valorizzando le specificità della Sardegna con gli investimenti necessari per le produzioni in lingua sarda, con gli investimenti necessari per il rilancio della della sede RAI Sardegna, con la valorizzazione delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori, con un diverso e nuovo approccio alla trattativa per il rinnovo del CCNL.

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