Energy Release, Bekaert Macchiareddu: Cgil Cisl Uil non del tutto sereni

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La firma del decreto attuativo sull’Energy Release mitiga temporaneamente ma non cancella affatto le preoccupazioni sul futuro della Bekaert, azienda multinazionale belga che in Sardegna ha sede nell’area industriale di Macchiareddu e occupa 271 lavoratori diretti per produrre cordicelle per pneumatici.

“Il decreto è una boccata d’ossigeno – affermano i sindacati – ma non risolve il problema dei costi per il 2023 che, nelle previsioni della Bekaert, salgono a 600 euro al megawattora”.

È quanto emerso ieri in un confronto fra i responsabili della multinazionale, Cgil, Cisl Uil di Cagliari insieme alle categorie territoriali dei metalmeccanici e alle le rsu aziendali, Confindustria, con la presenza della vice ministra al Mise Alessandra Todde.

La Bekaert Sardegna, con il consumo annuo di 50 gigawattora, è una delle aziende energivore del territorio: sino allo scorso anno pagava l’energia 50 euro al megawattora, poi il costo è schizzato a 400 e
ora, con l’Energy Release verrà calmierato forse fino a 180 200 euro, con l’incognita dell’abbattimento legato all’insularità ma, soprattutto, l’incertezza sulle tariffe nel 2023. Perciò la multinazionale ieri ha annunciato che se non ci saranno ulteriori novità positive la perdita in bilancio potrebbe essere notevole. Una prospettiva che ha messo in allarme i sindacati.

“Siamo seriamente preoccupati – hanno detto Fiom, Fsm e Uilm supportati da Cgil Cisl e Uil territoriali – già in passato i dipendenti Bekaert hanno fatto notevoli sacrifici per consentire alla multinazionale di mantenere le produzioni a Macchiareddu ma ora, il perdurare degli extra-costi dell’energia rischia di vanificare quei sacrifici insieme agli investimenti fatti dall’azienda per modernizzare gli impianti e far crescer la base occupazionale”.

Quest’anno, proprio in virtù di un piano di espansione, sono stati assunti venti lavoratori in sostituzione di quindici prepensionamenti: “Un risultato importante in un territorio che soffre particolarmente l’assenza di opportunità di lavoro e che non accettiamo sia messo a rischio”.

Per queste ragioni le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil sollecitano l’apertura di un tavolo di confronto a stretto giro: “Non possiamo permettere che aziende come la Bekaert vadano in difficoltà”, hanno detto auspicando una convocazione da parte dell’assessorato regionale all’Industria con il coinvolgimento del Mise e del ministero della Transizione Ecologica.

I sindacati considerano “indispensabile applicare il principio di insularità inserito in Costituzione, con
l’obiettivo di garantire pari opportunità e annullare gli svantaggi derivanti dalla posizione geografica del territorio, in termini di trasporti, infrastrutture, energia”.

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