LE OPERE GIOVANILI DI CARLO CONTINI, PITTORE ORISTANESE: UNA RARITA’ ARTISTICA DEI PRIMI DEL NOVECENTO

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di Gian Piero Pinna

Recentemente sono state ammirate ben tre opere giovanili di Carlo Contini, di cui non si era più sentito parlare. Una scoperta quasi passata in sordina, se non ci fosse stata l’occasione dell’inaugurazione di sede di un’associazione, che ha permesso a molti di poterle nuovamente ammirare. Sicuramente, in riferimento al periodo giovanile di Carlo Contini, di cui si sa ancora poco, le opere rappresentano una vera rarità artistica. Secondo la professoressa Luciana Delitala, che ne ha illustrato le caratteristiche, potrebbero risalire agli anni Venti del Novecento e tra le altre stranezze che l’esperta ha riscontrato nei dipinti, c’è l’uso insolito di certe tonalità di colore, inusuali per il pittore oristanese.

Tutt’e tre i dipinti, inoltre, hanno la firma con le lettere maiuscole e sul lato sinistro, al contrario delle altre opere conosciute del Contini, che ce l’hanno in corsivo e quasi mai sul lato sinistro dei quadri. Carlo Contini, che per tutti era Lelletto, si era fatto una certa fama, partecipando all’Esposizione Biennale di Roma nel 1921, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti, grazie a una borsa di studio del Comune di Oristano.

Nel 1925, il grande scultore nuorese Francesco Ciusa, apre ad Oristano la Scuola d’Arte Applicata, che però avrà vita breve, e lo chiama a insegnare Disegno e Storia dell’Arte. Dal 1933 al 1936, lavora a un grande affresco nella chiesa delle Grazie di Solarussa e negli anni della Seconda Guerra mondiale, realizza una quadro su compensato, che nella chiesa di San Francesco di Oristano, per un lungo periodo sostituirà il Cristo di Nicodemo, messo in salvo a Seneghe per paura che potesse andare distrutto durante gli eventi bellici. Dal 1953 al 1956, sono stato suo allievo alla Scuola d’Arte di Vincenzo Urbani, proprio nel periodo in cui stava lavorando alle cinque grandi tele ispirate alla storia giudicale della città, commissionategli dalla Cantina Sociale della Vernaccia di Oristano, per conto della quale aveva realizzato anche le prime etichette della Sardinian Gold Vernaccia e delle fruttiere in ceramica colme di uva, che foggiò con l’aiuto di Antonio Manis e del suo allievo preferito, Pietro Angelo Usai. Molti di noi, in quel periodo furono usati come modelli per le sue opere. Una grande importanza, nella formazione artistica del Contini, la ebbe la sua breve esperienza veneziana, che per lungo tempo influenzò la sua tavolozza e il suo modo di dipingere.
Carlo Contini, nel 1957 partecipa anche alla Mostra d’arte contemporanea internazionale di Pistoia e alla Prima Biennale d’Arte di Nuoro, quindi, prende parte alla Prima Mostra Regionale delle Arti Figurative di Cagliari del 1959 e alla “Primavera sassarese”. Continua, con una certa regolarità a partecipare a mostre regionali e nazionali, fino alla sua morte, che avviene a Pistoia nel 1970.

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